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La Polizia Postale registra un calo dei reati “tradizionali” e un’impennata di quelli online. I truffatori sfruttano l’incertezza del momento, la paura del contagio e la voglia di donare soldi agli ospedali

Truffe online in aumento: l’esca è il Coronavirus

Le truffe sono sempre le stesse: phishing e smishing su tutte, così come l’utilizzo di Trojan, quei file che, sotto mentite spoglie, fanno razzia di dati nel computer di chi li scarica. È cambiata solo l’esca che, in queste settimane, non poteva che essere il Coronavirus. E si è allargata anche la platea delle potenziali vittime, in giorni in cui Internet è spesso l’unico mezzo per comunicare, informarsi, divertirsi.

Del resto è la stessa Polizia Postale a dire che “i reati ‘tradizionali’ sono crollati mentre sono aumentati quelli informatici”. In questo periodo i criminali in Rete fanno leva anche sulla paura e sulla generosità delle persone, disposte a partecipare a raccolte fondi per aiutare ospedali all’orlo del collasso. È successo su Facebook, dove una sedicente raccolta fondi per il San Camillo Forlanini di Roma convogliava il denaro sul conto di una Postepay privata e per un ospedale ligure, per il quale i truffatori avevano replicato la grafica di una nota piattaforma di crowdfunding.

I clienti delle banche, che già in tempi normali sono bersagliati da tentativi di frode, continuano a esserlo anche nell’epoca del lockdown. Intesa Sanpaolo, ad esempio, ha scritto ai propri clienti raccomandando attenzione: “Intesa Sanpaolo non ti contatta mai via mail, via telefono, Sms o sui social per chiederti codici bancari e di sicurezza” è scritto, tra le altre cose, nel messaggio. Un avvertimento che vale per tutte le banche. Come ha scoperto la Polizia Postale, il tentativo di truffa può avvenire anche via Sms (una pratica che viene chiamata smishing) e sembra inviato dalla propria banca. Il testo fa un riferimento molto vago all’emergenza in corso, confidando nella grande confusione di questi giorni: “A causa del virus COVID 19 nuove restrizioni determinano il blocco del conto, si prega di sbloccarlo tramite link https://securexxxxx.com  con l’inserimento dell’acronimo dell’istituto bancario” è scritto nel messaggio-truffa. Il link porta infatti a una pagina web molto simile a quella della banca, dove la vittima dovrebbe inserire i propri dati.

È vero che la recente direttiva europea PSD prevede un doppio livello di sicurezza, per cui non basta carpire i dati di accesso dell’home banking; per fare operazioni online al posto della vittima bisogna anche digitare la password che arriva sul cellulare del cliente. Ma se la vittima è convinta di trovarsi sul sito della propria banca, non esiterà a farlo.

Poi ci sono le truffe che, come esca, sfruttano la paura del contagio. Una di queste, che abbiamo raccontato su Repubblica, è la falsa e-mail dell’Oms in cui l’allegato, spacciato per un documento che contiene tutte le precauzioni necessarie per evitare di essere contagiati, contiene invece un malware in grado di rastrellare password e dati sul pc della vittima. E poi c’è il mercato parallelo delle mascherine e dei gel disinfettanti, spesso introvabili nei negozi e nelle farmacie. Già a fine febbraio Antitrust aveva chiesto a tutti gli esercenti segnalati dai consumatori di eliminare claim “che possano ingannare i consumatori sull’efficacia dei prodotti per evitare/curare le patologie da COVID 19” e di tenere a bada i prezzi “al fine di evitare ingiustificati e sproporzionati aumenti”.

Nonostante ciò i provvedimenti contro siti che vendono farmaci “anti Coronavirus” (quando non esiste neanche un vaccino) o test per l’autodiagnosi privi di qualsiasi efficacia. E anche l’Unione Europea ha dedicato un sito alla lotta contro le fake-news e per mettere in guardia da commercianti disonesti che “pubblicizzano e vendono prodotti, come maschere di protezione, cuffie e disinfettanti per le mani, teoricamente in grado di prevenire o curare infezioni, ma che possono essere fraudolenti”.

 

Fonte :  https://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2020/04/05/news/truffe_online_in_aumento_l_esca_e_il_coronavirus-252977710/

by Rita Vinci

La Polizia Postale registra un calo dei reati “tradizionali” e un’impennata di quelli online. I truffatori sfruttano l’incertezza del momento, la paura del contagio e la voglia di donare soldi agli ospedali

Truffe online in aumento: l’esca è il Coronavirus

Le truffe sono sempre le stesse: phishing e smishing su tutte, così come l’utilizzo di Trojan, quei file che, sotto mentite spoglie, fanno razzia di dati nel computer di chi li scarica. È cambiata solo l’esca che, in queste settimane, non poteva che essere il Coronavirus. E si è allargata anche la platea delle potenziali vittime, in giorni in cui Internet è spesso l’unico mezzo per comunicare, informarsi, divertirsi.

Del resto è la stessa Polizia Postale a dire che “i reati ‘tradizionali’ sono crollati mentre sono aumentati quelli informatici”. In questo periodo i criminali in Rete fanno leva anche sulla paura e sulla generosità delle persone, disposte a partecipare a raccolte fondi per aiutare ospedali all’orlo del collasso. È successo su Facebook, dove una sedicente raccolta fondi per il San Camillo Forlanini di Roma convogliava il denaro sul conto di una Postepay privata e per un ospedale ligure, per il quale i truffatori avevano replicato la grafica di una nota piattaforma di crowdfunding.

I clienti delle banche, che già in tempi normali sono bersagliati da tentativi di frode, continuano a esserlo anche nell’epoca del lockdown. Intesa Sanpaolo, ad esempio, ha scritto ai propri clienti raccomandando attenzione: “Intesa Sanpaolo non ti contatta mai via mail, via telefono, Sms o sui social per chiederti codici bancari e di sicurezza” è scritto, tra le altre cose, nel messaggio. Un avvertimento che vale per tutte le banche. Come ha scoperto la Polizia Postale, il tentativo di truffa può avvenire anche via Sms (una pratica che viene chiamata smishing) e sembra inviato dalla propria banca. Il testo fa un riferimento molto vago all’emergenza in corso, confidando nella grande confusione di questi giorni: “A causa del virus COVID 19 nuove restrizioni determinano il blocco del conto, si prega di sbloccarlo tramite link https://securexxxxx.com  con l’inserimento dell’acronimo dell’istituto bancario” è scritto nel messaggio-truffa. Il link porta infatti a una pagina web molto simile a quella della banca, dove la vittima dovrebbe inserire i propri dati.

È vero che la recente direttiva europea PSD prevede un doppio livello di sicurezza, per cui non basta carpire i dati di accesso dell’home banking; per fare operazioni online al posto della vittima bisogna anche digitare la password che arriva sul cellulare del cliente. Ma se la vittima è convinta di trovarsi sul sito della propria banca, non esiterà a farlo.

Poi ci sono le truffe che, come esca, sfruttano la paura del contagio. Una di queste, che abbiamo raccontato su Repubblica, è la falsa e-mail dell’Oms in cui l’allegato, spacciato per un documento che contiene tutte le precauzioni necessarie per evitare di essere contagiati, contiene invece un malware in grado di rastrellare password e dati sul pc della vittima. E poi c’è il mercato parallelo delle mascherine e dei gel disinfettanti, spesso introvabili nei negozi e nelle farmacie. Già a fine febbraio Antitrust aveva chiesto a tutti gli esercenti segnalati dai consumatori di eliminare claim “che possano ingannare i consumatori sull’efficacia dei prodotti per evitare/curare le patologie da COVID 19” e di tenere a bada i prezzi “al fine di evitare ingiustificati e sproporzionati aumenti”.

Nonostante ciò i provvedimenti contro siti che vendono farmaci “anti Coronavirus” (quando non esiste neanche un vaccino) o test per l’autodiagnosi privi di qualsiasi efficacia. E anche l’Unione Europea ha dedicato un sito alla lotta contro le fake-news e per mettere in guardia da commercianti disonesti che “pubblicizzano e vendono prodotti, come maschere di protezione, cuffie e disinfettanti per le mani, teoricamente in grado di prevenire o curare infezioni, ma che possono essere fraudolenti”.

 

Fonte :  https://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2020/04/05/news/truffe_online_in_aumento_l_esca_e_il_coronavirus-252977710/

by Rita Vinci

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